Atac al Vaticà ?
Fiorenza Sarzanini: «Commando dai Balcani per colpire il Vaticano»
Corriere de la sera, 27/08/2004.
Nuova allerta per il terrorismo
L’allarme dei carabinieri di Sarajevo: il gruppo sarebbe già a Roma con l’esplosivo. Tra loro sette donne
ROMA — Poche righe dattiloscritte inviate dal Reggimento Msu dei carabinieri di stanza a Sarajevo al comando generale dell’Arma. Poche righe che da qualche giorno tengono in allarme gli apparati di sicurezza italiani. La minaccia è precisa: un attentato da compiere in Vaticano in occasione di una cerimonia religiosa. Ma non è soltanto questo a destare preoccupazione. Altri sono i particolari che si stanno verificando in queste ore. Secondo la «fonte» il commando sarebbe infatti già nella capitale. E avrebbe a disposizione una quantità non meglio precisata di esplosivo al plastico di tipo C4.
LA MINACCIA — Non è la prima volta che la Santa Sede viene indicata come possibile bersaglio dei terroristi. Durante le festività di Natale dello scorso anno, una segnalazione parlava addirittura di un attacco aereo contro San Pietro. Non c’erano ulteriori indicazioni sul progetto, ma si decise ugualmente di potenziare la sorveglianza e di ordinare la chiusura notturna di via della Conciliazione.
Il messaggio trasmesso qualche giorno fa all’Arma arriva in un momento di grande rischio per il nostro Paese. Più volte negli ultimi mesi Osama Bin Laden ha inserito l’Italia nell’elenco degli Stati da colpire. Sui siti web islamici si moltiplicano gli appelli ai fondamentalisti ad entrare in azione. Quell’ultimatum scaduto il 15 agosto con il quale le Brigate Abu Hafs Al-Masri annunciavano «spargimenti di sangue» se non fossero state ritirate le truppe all’Iraq, non ha ottenuto credito tra gli analisti, ma forze dell’ordine e servizi di intelligence sono concordi nel ritenere che il pericolo di un attentato debba essere tenuto in massima considerazione.
IL COMMANDO — Nel notam non viene naturalmente specificata la «fonte», ma il fatto che il Reggimento abbia deciso di trasmetterlo fa sì che l’avviso sia ritenuto attendibile. La notizia parla di un commando di dieci fondamentalisti (sette donne e tre uomini) partiti da Brcko, nella Bosnia Erzegovina, e già arrivato nella Capitale. Secondo il «contatto» l’azione sarebbe stata pianificata nei dettagli, pronto anche l’esplosivo da utilizzare. «Sono in attesa di agire - ha assicurato - e lo faranno in occasione di una cerimonia pubblica».
Altri particolari non sono stati forniti, ma alla segnalazione i carabinieri hanno allegato un elenco di persone sospette che vivono nella zona di Brcko. Ed è proprio questa circostanza a far ritenere che abbiano dato credibilità al loro informatore. Quei nomi sono adesso sottoposti a verifica. Controlli sono stati disposti alle frontiere terrestri, soprattutto quella con la Slovenia, e negli aeroporti. Se la segnalazione è attendibile, è possibile che i componenti del gruppo siano arrivati in Italia con mezzi e in momenti diversi.
Da mesi gli uomini dell’Antiterrorismo tengono sotto osservazione moschee, luoghi di culto e centri culturali che potrebbero fornire appoggio logistico ai terroristi. Negli ultimi giorni questa attività è stata ulteriormente potenziata.
L’ESPLOSIVO — Verifiche vengono effettuate anche sulla possibilità che i fondamentalisti abbiano reperito una consistente quantità di C4. Si tratta di un tipo di esplosivo più volte utilizzato negli attentati compiuti da formazioni riconducibili ad Al Qaeda, che non è difficile acquistare nei Balcani e che potrebbe essere stato portato nel nostro Paese seguendo la «rotta Adriatica». Nel giugno scorso un’operazione della Guardia di Finanza e del Sismi portò al sequestro di un quintale di tritolo proveniente proprio dall’ex Jugoslavia e di C4 che serve ad innescarlo. Sedici persone appartenenti alla malavita finirono in carcere con l’accusa di traffico d’armi. Il sospetto era che il tritolo potesse essere destinato proprio a gruppi terroristici che avevano deciso di colpire in Italia. Non a caso sono ancora in corso accertamenti per verificare i «contatti» delle persone arrestate e i possibili legami con gruppi fondamentalisti.
Corriere de la sera, 27/08/2004.
Nuova allerta per il terrorismo
L’allarme dei carabinieri di Sarajevo: il gruppo sarebbe già a Roma con l’esplosivo. Tra loro sette donne
ROMA — Poche righe dattiloscritte inviate dal Reggimento Msu dei carabinieri di stanza a Sarajevo al comando generale dell’Arma. Poche righe che da qualche giorno tengono in allarme gli apparati di sicurezza italiani. La minaccia è precisa: un attentato da compiere in Vaticano in occasione di una cerimonia religiosa. Ma non è soltanto questo a destare preoccupazione. Altri sono i particolari che si stanno verificando in queste ore. Secondo la «fonte» il commando sarebbe infatti già nella capitale. E avrebbe a disposizione una quantità non meglio precisata di esplosivo al plastico di tipo C4.
LA MINACCIA — Non è la prima volta che la Santa Sede viene indicata come possibile bersaglio dei terroristi. Durante le festività di Natale dello scorso anno, una segnalazione parlava addirittura di un attacco aereo contro San Pietro. Non c’erano ulteriori indicazioni sul progetto, ma si decise ugualmente di potenziare la sorveglianza e di ordinare la chiusura notturna di via della Conciliazione.
Il messaggio trasmesso qualche giorno fa all’Arma arriva in un momento di grande rischio per il nostro Paese. Più volte negli ultimi mesi Osama Bin Laden ha inserito l’Italia nell’elenco degli Stati da colpire. Sui siti web islamici si moltiplicano gli appelli ai fondamentalisti ad entrare in azione. Quell’ultimatum scaduto il 15 agosto con il quale le Brigate Abu Hafs Al-Masri annunciavano «spargimenti di sangue» se non fossero state ritirate le truppe all’Iraq, non ha ottenuto credito tra gli analisti, ma forze dell’ordine e servizi di intelligence sono concordi nel ritenere che il pericolo di un attentato debba essere tenuto in massima considerazione.
IL COMMANDO — Nel notam non viene naturalmente specificata la «fonte», ma il fatto che il Reggimento abbia deciso di trasmetterlo fa sì che l’avviso sia ritenuto attendibile. La notizia parla di un commando di dieci fondamentalisti (sette donne e tre uomini) partiti da Brcko, nella Bosnia Erzegovina, e già arrivato nella Capitale. Secondo il «contatto» l’azione sarebbe stata pianificata nei dettagli, pronto anche l’esplosivo da utilizzare. «Sono in attesa di agire - ha assicurato - e lo faranno in occasione di una cerimonia pubblica».
Altri particolari non sono stati forniti, ma alla segnalazione i carabinieri hanno allegato un elenco di persone sospette che vivono nella zona di Brcko. Ed è proprio questa circostanza a far ritenere che abbiano dato credibilità al loro informatore. Quei nomi sono adesso sottoposti a verifica. Controlli sono stati disposti alle frontiere terrestri, soprattutto quella con la Slovenia, e negli aeroporti. Se la segnalazione è attendibile, è possibile che i componenti del gruppo siano arrivati in Italia con mezzi e in momenti diversi.
Da mesi gli uomini dell’Antiterrorismo tengono sotto osservazione moschee, luoghi di culto e centri culturali che potrebbero fornire appoggio logistico ai terroristi. Negli ultimi giorni questa attività è stata ulteriormente potenziata.
L’ESPLOSIVO — Verifiche vengono effettuate anche sulla possibilità che i fondamentalisti abbiano reperito una consistente quantità di C4. Si tratta di un tipo di esplosivo più volte utilizzato negli attentati compiuti da formazioni riconducibili ad Al Qaeda, che non è difficile acquistare nei Balcani e che potrebbe essere stato portato nel nostro Paese seguendo la «rotta Adriatica». Nel giugno scorso un’operazione della Guardia di Finanza e del Sismi portò al sequestro di un quintale di tritolo proveniente proprio dall’ex Jugoslavia e di C4 che serve ad innescarlo. Sedici persone appartenenti alla malavita finirono in carcere con l’accusa di traffico d’armi. Il sospetto era che il tritolo potesse essere destinato proprio a gruppi terroristici che avevano deciso di colpire in Italia. Non a caso sono ancora in corso accertamenti per verificare i «contatti» delle persone arrestate e i possibili legami con gruppi fondamentalisti.
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